PERCHE’ E’ IMPORTANTE  CAMMINARE

PERCHE’ E’ IMPORTANTE CAMMINARE

Perché consigliamo ai nostri pazienti di camminare ogni giorno?
Non è solo per bruciare calorie!
Una lunga camminata al giorno (ovviamente ciascuno al proprio passo), migliora il livello di salute globale.
Sono numerosi infatti i benefici per corpo e mente che si ottengono facendo un cosa semplice (e gratuita..!) come camminare.

Diversi studi hanno dimostrato che camminare ogni giorno (o in generale, facendo esercizi aerobici a basso impatto) migliora la destrezza motoria e l’efficienza del sistema nervoso in genere,  previene la demenza precoce, riduce il rischio di Alzheimer, riduce lo stress mentale.
Camminare aiuta a prevenire le patologie cardiovascolari (infarti e ictus), si abbassa infatti e si regolarizza la pressione sanguigna, si riducono i livelli di colesterolo (totale e “cattivo”, o LDL), i vasi sanguigni acquistano maggiore elasticità, è facilitato il ritorno venoso (la pianta del piede camminando è sottoposta ad un continuo “massaggio” che stimola la circolazione sanguigna).
Camminare rallenta l’invecchiamento di ossa e cartilagini, aumentando la loro resistenza e quindi riducendo il rischio di fratture.

Inoltre, migliora l’elasticità e la potenza dei legamenti articolari e la forza muscolare.
Camminando migliora la postura, e si riducono così dolori derivanti da posture errate.
Camminando si rinforzano il sistema immunitario e il sistema endocrino.
Aumenta l’ossigenazione nei tessuti, dunque si eliminano più facilmente tossine e scarti dell’organismo (quindi anche a livello di inestetismi cutanei, come pelle impura, cellulite,…).
Camminare ci consente di migliorare il tono dell’umore!!!
Potremmo continuare a lungo enumerando i tanti benefici della camminata, ma questi  ci sembrano sufficienti per darvi una motivazione in più.

Quindi, infiliamoci le scarpette e usciamo a camminare!

 

Se vuoi conoscere meglio il lavoro della nostra equipe scrivici a info@curaobesita.it
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Per prenotare una visita per Obesità
con il dott. Angelo Michele Schettino Medico Chirurgo chiamare la segretaria al numero 370 3628299
Per Psicologa – Psicoterapeuta dott.ssa Graziana De Palma numero 328 5858664
Per Dietista dott.ssa Cristina Pari numero 346 2380588

 

COME MANGIARE DOPO UN MINIBYPASS GASTRICO

COME MANGIARE DOPO UN MINIBYPASS GASTRICO

Dopo una fase iniziale post intervento di alimentazione semiliquida, la persona torna alla alimentazione solida.

È però fondamentale che ci si alimenti frazionando gli alimenti in 5 piccoli pasti nella giornata: colazione pranzo cena e due spuntini, in modo da apportare, seppur in piccole porzioni, tutti gli elementi necessari al benessere: carboidrati, proteine, grassi, vitamine, sali minerali.

Per effetto del bypass infatti (il “salto” dei primi due metri circa di intestino) non tutte le sostanze che si introducono con gli alimenti verranno assorbite.

Vi è quindi il rischio di carenze nutrizionali, per esempio carenza di vitamine del gruppo B, vitamina D, acido folico, ferro, calcio.

Ecco perché è fondamentale, soprattutto in interventi come questo, affidarsi ad una equipe specializzata nella chirurgia bariatrica e che segue le Linee Guida nazionali della S.I.C.Ob. (Società Italiana della Chirurgia dell’Obesità ) per poter essere guidati nel recupero della alimentazione in modo corretto.

Bisogna sempre ricordare di:

Non saltare mai nessuno dei pasti indicati dall’equipe;

Mangiare cibi sani e nutrienti: cereali, frutta e verdure di stagione variandole ogni giorno, legumi, carni, pesci, formaggi, uova, mentre bisogna evitare cibi malsani e non nutrienti come fast food, cibi industriali, prodotti precotti, dolciumi, snack…;

Bere molta acqua durante la giornata a piccoli sorsi;

Tagliare il cibo a piccoli pezzi nel piatto e masticare a lungo il boccone prima di deglutire.

Il chirurgo poi, indicherà quando necessaria l’assunzione di supplementi (integratori), nelle varie fasi dopo l’intervento, a seconda dell’andamento degli esami ematochimici che vengono richiesti.

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Cosa cambia dopo un intervento di mini bypass gastrico

Cosa cambia dopo un intervento di mini bypass gastrico

Il bypass gastrico (più spesso oggi nella versione mini bypass gastrico) è uno degli interventi di chirurgia bariatrica più eseguito.

Si tratta di un intervento “misto”, cioè che ha sia un effetto restrittivo (lo stomaco viene ridotto ad un piccolo tubulo) sia leggermente malassorbitivo (poiché vi è un “salto”, un bypass appunto, dei primi 2 metri circa di intestino).

Dopo una fase post intervento di alimentazione semi-liquida, si torna ad una alimentazione solida.

È molto frequente, nei primi mesi dopo l’intervento, che il paziente sperimenti sintomi di vario tipo, diversi anche da persona  a persona; i più comuni sono: sensazione di nausea o avversione alla vista o con l’odore di alcuni cibi e bevande, calo dell’appetito e della sete, sensazione spiacevole di pienezza dopo l’ingestione di pochissimi bocconi.

Inoltre, si possono avere cambiamenti nel gusto di alcuni cibi e bevande un tempo graditi, ad esempio:

per alcuni pazienti nei primi mesi dopo l’intervento il sapore dell’acqua diventa sgradevole, amarognolo, ed è necessario “camuffarla” con infusi tisane ecc…

per altre persone, cibi un tempo molto graditi come la carne rossa diventano sgradevoli sia alla vista che al gusto.

Tutti questi cambiamenti sono solitamente solo temporanei, piano piano l’organismo si adatta e i sapori i gusti tornano alla normalità, rimane ovviamente l’effetto di mangiare quantità piccole di cibo per via dello stomaco ridotto.

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Intervista al Dr. Angelo Michele Schettino, chirurgo generale e bariatrico.

Intervista al Dr. Angelo Michele Schettino, chirurgo generale e bariatrico.

Dottore, lei oggi è un chirurgo conosciuto ed affermato, ci racconta quale è stato il suo percorso di studi?

Ho studiato Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi “Federico II°” di Napoli e mi sono laureato nel 1993 col massimo dei voti.
Poi mi sono trasferito a Ferrara, per frequentare la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Generale presso l’Università degli Studi di Ferrara, appunto, e mi sono specializzato nel 1998 col massimo dei voti e con Lode.

Da lì in poi, quindi, ha iniziato a lavorare come chirurgo?

Sì, dal 1994 mi occupo di chirurgia generale e dal 1998 in Romagna; oggi, svolgo la mia attività in regime di libera professione in strutture accreditate in cui gli interventi chirurgici sono eseguiti in convenzione con l’Azienda Sanitaria Locale.
Ho all’attivo più di 5.000 interventi di chirurgia generale come primo operatore, ed in particolare, di chirurgia dell’apparato digerente, chirurgia delle ernie e della parete addominale eseguiti sia con tecnica tradizionale che laparoscopica ed inoltre di chirurgia proctologica e generale.

Da quanto tempo, invece, si occupa di chirurgia dell’obesità?

Mi interesso di obesità patologica dal 2003. Ora che ci penso, sono ormai 15 anni!
Ho all’attivo circa 2000 interventi inerenti la chirurgia bariatrica eseguiti con tecnica laparoscopica (bendaggio gastrico regolabile, by-pass gastrico, mini by- pass gastrico, sleeve gastrectomy, redo-surgery ovvero re-interventi per persone obese già operate che necessitano di un nuovo intervento).

Dal 2012 la mia attività chirurgica ed ambulatoriale si svolge prevalentemente presso l’Unità funzionale di Chirurgia della Casa di Cura San
Lorenzino di Cesena, dove sono anche il Responsabile Referente per la S.I.C.Ob. del Centro Accreditato di Chirurgia per l’Obesità e Malattie Metaboliche.

Sappiamo che la sua esperienza è molto richiesta in varie regioni d’Italia, in particolare dove nascono nuovi centri per la chirurgia bariatrica e vi è, quindi, la necessità di insegnare a nuovi chirurghi come si svolgono interventi chirurgici così complessi e delicati…

Sì, infatti, da alcuni anni, ricopro anche il ruolo di Chirurgo Tutor presso diverse strutture, in più regioni italiane, per formare chirurghi riguardo interventi bariatrici, in particolare di bendaggio gastrico regolabile laparoscopico e mini bypass gastrico laparoscopico.

Come si svolge il lavoro nell’ambito dell’obesità prima che il paziente arrivi in sala operatoria?

Il mio lavoro inizia con l’inquadramento clinico del paziente attraverso una visita chirurgica. Fondamentale è avere tutta la documentazione del paziente rispetto a patologie esistenti, terapie farmacologiche, precedenti tentativi di perdita di peso e cali ponderali raggiunti.

Sono quasi sempre pazienti molto complessi dal punto di vista della salute, resa precaria dall’eccesso di peso e dalle patologie correlate (diabete, dislipidemie, ipertensione, patologie respiratorie, articolari, ecc…). Successivamente, invio il paziente al resto della mia equipe, passaggio di fondamentale importanza affinché il paziente possa essere preparato sul piano alimentare e psicologico per affrontare l’intervento chirurgico e beneficiarne poi al meglio. Mi avvalgo, infatti, delle figure di dietista e psicologa (specializzate nello studio e la cura dell’obesità) che preparano il paziente all’intervento bariatrico facendogli acquisire consapevolezza del percorso che dovrà affrontare (con regole rigide da seguire a vita) soprattutto nel primo anno post operatorio. Il programma di follow up, chirurgico dietistico e psicologico, è stato sempre più migliorato nel corso della nostra esperienza e standardizzato, seguendo linee guida Sicob, senza però perdere mai di vista l’individuo; ogni paziente, infatti, viene seguito in base alle sue caratteristiche personali ed al suo stile di vita.

Importanti sono gli eventuali approfondimenti specialistici delle comorbidità e, per concludere la preparazione all’intervento, punto fondamentale è la valutazione del medico anestesista.

Dottore, lei quanto tempo passa in sala operatoria e al lavoro in generale?

La sala operatoria riempie considerevolmente la mia attività giornaliera, poi faccio attività di reparto e attività ambulatoriale.

Il lavoro non finisce mai, perché ci sono i pazienti operati da andare a controllare ogni giorno, se serve più volte al giorno, i pazienti da preparare prima dell’intervento, le cartelle da compilare e tutta la burocrazia che potete immaginare…

Poi, vi è regolare aggiornamento formativo e le attività di pubblicazioni.  Sono autore e coautore di numerosi articoli pubblicati o in stampa su riviste scientifiche.

Partecipo regolarmente a convegni e congressi, spesso in qualità di relatore.

Inoltre, do il mio contributo a diverse società scientifiche: sono membro, tra le altre, della S.I.C. (Società Italiana di Chirurgia), della A.C.O.I. (Società Italiana Chirurghi Ospedalieri).

Ovviamente, sono socio della S.I.C.Ob. (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e malattie metaboliche) dall’anno 2004, e già il Delegato Regionale della S.I.C.Ob per la regione Emilia Romagna.

Quali sono gli obbiettivi per il 2018?

Continuare il percorso di miglioramento dell’attività di Centro ad alto volume di Chirurgia Bariatrica presso la clinica San Lorenzino di Cesena, che al momento ci ha portato ad essere uno degli unici due centri Accreditati in Emilia Romagna per la SICOb, con il conseguimento della certificazione come Centro di Eccellenza. Continuare quindi ad fornire un servizio di alta qualità ai pazienti locali ed anche provenienti da altre regioni d’Italia.

Insomma, non si finisce mai…!


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