Il pallone intragastrico è un dispositivo che, posizionato all’interno dello stomaco, aiuta ad ottenere un calo di peso. Non si tratta di un intervento chirurgico in senso stretto, bensì di una manovra endoscopica (simile ad una semplice gastroscopia), eseguita generalmente in blanda sedazione farmacologica in modo da attenuare il fastidio della procedura. Quello più frequentemente utilizzato consiste in un palloncino di silicone morbido e gonfiabile che viene introdotto attraverso la bocca, sgonfio e sotto controllo endoscopico, fino a raggiungere lo stomaco; solo a questo punto viene riempito con 500 – 700 cc di una soluzione salina sterile miscelata con pochi cc di un colorante che le conferisce una colorazione blu. Lo scopo della colorazione è solo quello di rivelare una eventuale “perdita” del contenuto del palloncino (per esempio, per un difetto di fabbricazione) con conseguente desufflazione (sgonfiamento) del medesimo, che si verifichi dopo il suo posizionamento. Infatti il colorante fuoriuscito dal palloncino viene assorbito dalla mucosa intestinale, passando così nel circolo sanguigno per essere eliminato con le urine le quali assumeranno un insolito colorito verde-bluastro, dando modo al paziente – già opportunamente istruito – di contattare lo Specialista di riferimento per gli eventuali ulteriori accertamenti e/o la rimozione/sostituzione del presidio difettato.
Una volta inserito e gonfiato, il palloncino funge da corpo estraneo che si muove liberamente all’interno dello stomaco, occupando gran parte della sua cavità e quindi riducendone la capacità, inducendo un precoce senso di sazietà dopo l’introduzione di piccole quantità di cibo.
Esso va considerato come trattamento transitorio dell’obesità, anche se in casi molto selezionati può essere impiegato in pazienti non candidabili alla chirurgia bariatrica. Normalmente infatti viene utilizzato in preparazione ad un intervento di chirurgia bariatrica, in maniera da ottenere un calo ponderale che permetta di abbassare quanto possibile il rischio perioperatorio.
Se non subentrano complicazioni e se ben tollerato il palloncino può essere mantenuto in sede per massimo sei mesi, oltre i quali la possibilità che si verifichino complicanze cresce notevolmente.
Salvo complicazioni o casi particolari, durante il periodo di trattamento con BIB il paziente viene monitorato con controlli psicologici e dietistici a cadenza mensile che hanno lo scopo di verificare il grado di tolleranza psicologica e fisiologica (“compliance”), il grado di adesione alle regole, il comportamento alimentare, l’entità e la qualità del calo ponderale, e di fornire di volta in volta informazioni, suggerimenti e supporto utili al raggiungimento dell’obietivo e del benessere psico-fisico del paziente. Al terzo mese viene eseguito pure un controllo medico per fare il punto della situazione in relazione all’obiettivo prefisso, prescrivere eventuali esami di laboratrio che permettano di escludere possibili complicanze o carenze nutrizionali, ecc….
La risposta fisiologica del paziente a questo tipo di procedura varia a seconda del regime dietetico seguito, delle condizioni generali, della presenza di eventuali comorbidità, dell’assunzione di farmaci che influenzino il metabolismo, del tipo e dell’intensità delle attività svolte (è sempre auspicabile una regolare attività fisica a carattere aerobico!).
Controindicazioni alla procedura sono da considerarsi:
- la presenza di una voluminosa ernia jatale
- gastrite e/o esofagite in fase attiva
- ulcere gastriche e/o esofagee
Le complicanze si distinguono in precoci, tra le quali:
- crampi addominali
- nausea e vomito (molto frequenti nelle prime 48 – 72 ore dal posizionamento del BIB)
- lesioni e/o perforazioni viscerali intraprocedurali (stomaco, esofago)
- aspirazione di contenuto gastrico nei polmoni (“ab ingestis”)
e tardive, tra le quali:
- nausea e vomito persistenti (oltre le 48-72 ore)
- senso di pesantezza addominale (il BIB pesa mediamente 500 – 700 gr. !)
- reflusso gastroesofageo (tosse stizzosa, pirosi retrosternale, ecc…)
- rallentato svuotamento gastrico
- lesioni mucose gastriche da decubito e/o da ipersecrezione acida (erosioni, ulcere)
- occlusione intestinale da migrazione del BIB desufflato (rara)
La gravità di molte di queste complicanze (soprattutto tardive) dipende dalla tempestività della diagnosi;è quindi importante che il paziente contatti tempestivamente il Centro o lo Specialista di riferimento all’insorgere dei sintomi sopradescritti e -comunque- ogniqualvolta registri un qualche dubbio sul regolare decorso del programma.
La rimozione avviene sempre con una manovra endoscopica, in sedazione farmacologica, uguale e contraria a quella con la quale lo si era posizionato. Per evitare il rischio di complicanze legate alla possibile aspirazione di contenuto gastrico nell’albero bronchiale (“ab ingestis”) è importantissimo che lo stomaco non abbia al suo interno ingesti solidi durante la manovra di rimozione del palloncino: per questo è necessario non ingerire cibi solidi e liquidi, rispettivamente nelle 48 ore e 12 ore precedenti la rimozione.